La
valutazione ecografica della placenta può essere fatta a partire dalla 10a settimana
di gestazione quando si presenta come un'area iperecogena adiacente a parte
della parete del sacco gestazionale. Normalmente nel corso del I trimestre,
come riportato nelle Linee Guida delle SIEOG, l'esame ecografico si limita alla
valutazione della corionicità e amnionicità.
Nel
II trimestre, a partire dalla 14a-15a settimana di gestazione, la placenta può
essere facilmente visualizzata come un'area ipoecogena, più o meno estesa, che
protrude in cavità amniotica e raggiunge, a termine di gravidanza, un peso di
circa 500-600 grammi.
Lo
studio della placenta deve comprendere: forma, dimensioni, ecostruttura, localizzazione, aderenza.
Una
placenta normale ha una forma discoidale con un diametro di 15-20 cm.
Il normale spessore della placenta viene calcolato considerando che la placenta cresce di spessore di circa 1 mm. a settimana. Un aumento di spessore della placenta si diagnostica se lo spessore della placenta supera i 4 cm. nel corso del II trimestre e i 6 cm. nel corso del III trimestre (Norton ME et al. Callen Ultr Obst Gyn 19:685-715. Elsevier 2017)
Una
diminuzione dello spessore placentare può essere un segno di restrizione della
crescita fetale o un marcatore di un feto piccolo per l'età gestazionale o
ancora può aversi in caso di polidramnios (il polidramnios può accompagnarsi
anche ad un aumento di spessore della placenta).
Un
aumento di spessore della placenta (Placentomegalia) può
riconoscere varie cause che vengono distinte in due categorie in base alla ecostruttura:
La
Placenta circumvallata è una patologia che si verifica in circa l' 1% di tutte le gravidanze, dovuta probabilmente ad un impianto più profondo della placenta nella decidua che comporta una discrepanza tra dimensioni del piatto coriale e la base di impianto della placenta. Di conseguenza le membrane corioamniotiche non si inseriscono sul bordo della placenta ma più verso il centro ripiegando su se stesse fino a formare il caratteristico margine circonferenziale arrotolato "tipo cornicione della pizza". Ecograficamente il margine placentare arrotolato che si estende tra i due margini placentari appena al disopra della superficie della placenta appare come una spessa area lineare di echi che attraversa la superficie della placenta assumendo, in sezione trasversa, un "aspetto a mensola". Tale aspetto può simulare una sinechia ma a differenza della placenta circumvallata la sinechia si estende in senso antero-posteriore attraverso la cavità uterina e non ha alcuna relazione con la posizione della placenta, elementi questi che consentono di porre una corretta diagnosi differenziale. La placenta circumvallata può associarsi ad una più alta incidenza di complicanze perinatali come la nascita pretermine, rottura prematura delle membrane (PROM), distacco di placenta.
La Placenta con lobo
succenturiato o accessorio è una condizione riscontrabile in
circa il 5% delle gravidanze, rilevabile all'ecografia come un'area distinta di
tessuto placentare che non presenta continuità con la placenta. Una complicanza
grave di questa particolare anomalia placentare può essere la presenza di Vasa
Previa, condizione che si può verificare quando i vasi ombelicali che
raggiungono il lobo succenturiato incrociano l'Orifizio Uterino Interno. Si ha
inoltre una maggiore incidenza di infarto placentare e di inserzione
velamentosa del funicolo.
Le
Calcificazioni placentari rappresentano, a fine gravidanza, un aspetto maturativo
normale. Se compaiono più precocemente possono essere legate a ipertensione
materna, preeclampsia, IUGR, fumo di sigaretta.
Le
lesioni cistiche o ipoecogene placentari si osservano frequentemente dopo la 25a
settimana di gestazione e spesso non rivestono importanza clinica in quanto non
è dimostrato che abbiano effetti sulla funzionalità placentare e sulla salute
del feto.
Le
anomalie vascolari della placenta sono rappresentate da :
Infarto: non è
distinguibile all'ecografia in quanto si tratta di lesioni isoecogene rispetto
al tessuto placentare adiacente;
Emorragie: l'aspetto ecografico dei quadri
emorragici interessanti la placenta è diverso a seconda della localizzazione:
- la trombosi massiva subcoriale, dovuta ad un trombo che tende a separare il
corion dal tessuto villoso, si manifesta ecograficamente come una massa ipoecogena
o cistica che solleva e deforma la superficie fetale della placenta;
- l'ematoma
subcoriale o marginale si localizza al margine laterale della placenta e nella
maggior parte dei casi si verifica quando la placenta è bassa; può associarsi
ad aborto e travaglio prematuro ma nella maggior parte dei casi è di scarso
significato;
- l'ematoma sottoamniotico nella gran parte dei casi ha scarse conseguenze per il feto; raramente può accompagnarsi a restrizione della crescita fetale e ad emorragie materno-fetali;
- gli ematomi retroplacentari sono probabilmente dovuti alla rottura di un'arteriola deciduale con conseguente sanguinamento che separa la placenta dalla parete uterina; la diagnosi si basa sulla corretta osservazione del cosiddetto complesso ipoecogeno retroplacentare che appare composto dai vasi uteroplacentari e dal miometrio; tale area presenta uno spessore di circa 1-2 cm.; se lo spessore di quest'area è aumentato bisogna considerare la possibilità di una emorragia retroplacentare che deve essere differenziata da una contrazione focale del miometrio o dalla presenza di un mioma.
Il Distacco intempestivo di placenta o abruptio placentare è caratterizzato da un distacco prematuro della placenta normalmente inserita; può essere parziale o totale. Complica circa l'1% delle gravidanze. E' caratterizzato da una emorragia intradeciduale con conseguente formazione di un ematoma deciduale che scolla prematuramente la placenta dalla parete uterina. I fattori di rischio sono rappresentati da una ipertensione cronica, preeclampsia, PROM, fumo di sigaretta, uso di cocaina, diabete materno, traumi addominali (specie quando la placenta è anteriore), condizioni che determinano sovradistensione dell'utero (macrosomia fetale, polidramnios, gravidanze plurime, ...).
In pazienti con sanguinamento vaginale la visualizzazione ecografica dell'ematoma non sempre è possibile per cui in presenza di una ecografia normale non è possibile escludere un distacco intempestivo di placenta.
L'aspetto ecografico dell'emorragia retroplacentare varia in rapporto alla localizzazione ed al tempo di comparsa del sanguinamento. Nella fase iniziale l'emorragia si presenta ad aspetto iperecogeno, diviene isoecogena dopo 3-7 giorni e quindi ipoecogena dopo 1-2 settimane; inoltre gli ematomi, col passare del tempo, tendono a diventare più piccoli.
La Placenta previa consiste in un impianto anomalo della placenta: si definisce previa una placenta che nel corso del terzo trimestre si trova localizzata nel segmento inferiore ed è quindi previa nei confronti del feto. La diagnosi definitiva deve essere posta solo dopo la 32a settimana di gestazione preferibilmente con metodica transvaginale.
La Placenta Previa (PP) è classificata ecograficamente a seconda della rilevanza clinica (RCOG 2011 ): se la placenta ricopre interamente l'Orifizio Uterino Interno (OUI) viene considerata PP major (ex PP centrale completa e parziale);
se il bordo placentare si inserisce sul Segmento Uterino Inferiore ma non ricopre l'OUI ed il bordo placentare dista < 2 cm. dall'OUI si parla allora di PP minor (ex PP marginale);
se il bordo placentare si inserisce sul Segmento Uterino Inferiore ma non ricopre l'OUI ed il bordo placentare dista > 2 < 3 cm. dall'OUI si parla allora di PP Laterale o Low-Lying.
Una condizione particolare, correlata alla placenta previa, sono i Vasa previa caratterizzati da vasi fetali che decorrono lungo le membrane al di sopra della cervice e al di sotto della parte presentata. La presenza di vasa previa deve essere sospettata in presenza di una inserzione velamentosa del funicolo o in presenza di vasi anomali che decorrono tra i lobi di una placenta succenturiata. In presenza di fattori di rischio è fondamentale per la diagnosi una ecografia transvaginale con color doppler con la quale è possibile evidenziare i vasi anomali che decorrono tra parte presentata e cervice uterina. E' da precisare che nella maggior parte dei casi i vasi previ vengono identificati solo in travaglio a causa di un sanguinamento anomalo.
La principale complicanza della placenta previa è l'Accretismo placentare o Placenta Accreta.
L'accretismo placentare è caratterizzato da una abnorme aderenza della placenta alla parete uterina che si realizza quando i villi coriali mostrano una eccessiva capacità infiltrativa nei confronti di un'area dove la reazione deciduale è scarsa o assente per la presenza di condizioni quali cicatrici isterotomiche, annidamento istmico, esiti flogistici, etc. La placenta si definisce accreta quando i villi coriali superano la decidua e giungono a contatto del miometrio; si definisce increta quando l'infiltrazione interessa il miometrio a tutto spessore; si definisce percreta quando l'infiltrazione supera il miometrio e invade la sierosa peritoneale. Spesso, nella pratica clinica, col termine di placenta accreta sono descritte tutte e tre le condizioni citate.
Le principali condizioni predisponenti all'accretismo placentare sono la placenta previa, i pregressi tagli cesarei e la pregressa chirurgia uterina.
Le modificazioni anatomopatologiche caratteristiche dell'accretismo placentare hanno un corrispettivo nei quadri ecografici.
Modificazioni anatomopatologiche:
- scomparsa della zona deciduale interposta fra placenta e miometrio
- aderenza anomala al miometrio
- trofoblasto a diretto contatto con il miometrio
- invasione dei villi nel miometrio
- invasione totale del miometrio fino alla sierosa
I Criteri ecografici possono essere distinti in:
criteri ecografici 2D
- assenza della zona sonolucente retroplacentare
- assottigliamento o discontinuità dell'interfaccia iperecogena sierosa-vescica
- presenza di aree esofitiche focali che invadono la vescica
- lacune placentari anomale
criteri ecografici color doppler
- l'arcata vascolare normalmente parallela al piatto basale perde questa caratteristica
- presenza di lacune vascolari placentari con flusso turbolento (velocità di picco sistolico > 15 cm./sec.)
- vascolarizzazione intraplacentare irregolare con vasi tortuosi confluenti
- ipervascolarizzazione dell'interfaccia sierosa-vescica
criteri ecografici 3D
- numerosi vasi che attraversano la zona di giunzione sierosa-vescica
- ipervascolarità
- vasi a decorso irregolare
L'aumentata incidenza di accretismo placentare ha reso necessaria la ricerca di criteri ecografici sempre più rigorosi. Calì et al. 2013 hanno riportato quelli maggiormente indicativi della diagnosi di accretismo. Nel loro studio è riportato che per la diagnosi di accretismo bisogna soddisfare almeno 2 dei 5 criteri appresso riportati:
- perdita della zona sonolucente tra placenta e miometrio
- discontinuità zona iperecogena utero-vescica
- lacune placentari
- irregolarità del flusso intraplacentare con vasi tortuosi confluenti
- ipervascolarizzazione interfaccia utero-vescicale
Bibliografia
Borrelli AL et al. Medicina dell'età
prenatale. Springer. 25:
472-476. 2008
Calì G., Giambanco L., Puccio G., Forlani F. Morbidly adherent placenta:
evaluation of ultrasound diagnostic criteria and differentiation of placenta
accreta from percreta. Ultrasound Obstet Gynecol 2013; 41:406-412
Mantoni M.: Ultrasound signs in threatened abortion and their prognostic
significance. Obstet Gynecol 65:471, 1985
Nyberg DA, Mack LA, Benedetti TJ, et al. Placental abruption and placental hemorrhage: correlation of sonographic
findings with fetal outcome. Radiology 164:357,1987
Norton ME, Scoutt LM, Feldstein VA.
Callen's Ultrasonography in Obstetrics and Gynecology Elsevier .
19:685-715. 2017
Royal College of Obstetricians and
Gynaecologists, Green-Tpo Guidline no.27, jennary 2011 - Placenta praevia
accreta and vasa previa: diagnosis and management.