redatto da P.Parisella
La rosolia è una malattia esantematica causata da un RNA-Virus appartenente al genere Rubivirus della famiglia dei Togavirus.
L'unico ospite del virus è l'uomo; la trasmissione avviene per via aerea attraverso l'inalazione di goccioline di saliva immesse nell'ambiente con i colpi di tosse e gli starnuti o semplicemente parlando. Il virus si localizza e si riproduce nell'epitelio delle vie respiratorie superiori e nei linfonodi regionali. Dopo 7-10 giorni dal contagio si ha la fase viremica con la diffusione del virus in tutti gli organi e tessuti. Nell'adulto la malattia decorre in genere in modo asintomatico o presenta una lieve sintomatologia caratterizzata da febbre, esantema caratteristico e linfoadenopatia regionale. Il periodo di contagiosità, cioè il periodo durante il quale il virus può essere trasmesso dalle persone infette, va da una settimana prima a quattro giorni dopo la comparsa dell'esantema.
Quando l'infezione è contratta in gravidanza il virus della rosolia è in grado di attraversare la barriera placentare e provocare una infezione dell'embrione/feto con conseguenze diverse a seconda del periodo gestazionale in cui viene contratta l'infezione: in caso di prima infezione, cioè infezione contratta per la prima volta, nel corso del primo trimestre di gravidanza può aversi una embriopatia malformativa la cui gravità è tanto maggiore quanto più è precoce l'infezione; se il contagio si verifica dopo il primo trimestre le conseguenze possono essere meno gravi esitando nella cosiddetta fetopatia rubeolica. La sindrome della rosolia congenita, infatti, si presenta in una percentuale che arriva al 90% dei neonati di donne che hanno contratto l'infezione prima della 11a settimana di gestazione. La probabilità di danno fetale diminuisce se l'infezione viene contratta nei mesi successivi al primo trimestre (10-20% alla 16a settimana). Quando l'infezione materna avviene dopo la 20a settimana di gestazione le alterazioni congenite sono rare e consistono quasi esclusivamente in ritardo dell'accrescimento intrauterino o eccezionalmente deficit uditivi.
L'embriopatia rubeolica è caratterizzata da multiple malformazioni a carico di vari organi ed apparati:
- occhio: cataratta, corioretinite, glaucoma;
- orecchio: sordità;
- cuore: DIA, DIV, persistenza del dotto di Botallo;
- Sistema Nervoso: ritardo psicomotorio.
La fetopatia rubeolica è caratterizzata da varie alterazioni che possono presentarsi in maniera isolata o variamente associate tra loro:
- anomalie ematologiche: anemia, porpora trombocitopenica;
- alterazioni ossee: anomalie dell'osteogenesi e dell'ossificazione a livello delle metafisi delle ossa lunghe;
- epatosplenomegalia;
- lesioni neurologiche;
- IUGR (difetto di crescita);
- parto pretermine;
- morte endouterina del feto.
Diagnosi
La diagnosi è basata principalmente sui rilievi di laboratorio (dosaggio delle immunoglobuline) mediante due campioni di sangue prelevati a distanza di due settimane l'uno dall'altro.
Con l'ecografia è possibile diagnosticare le anomalie dei vari organi ed apparati che possono essere interessati dall'infezione rubeolica, principalmente cardiopatie.
I criteri per la diagnosi di laboratorio della rosolia in gravidanza sono:
- sieroconversione, cioè la comparsa ex novo di anticorpi specifici (IgM e/o IgG)
- incremento di almeno 4 volte delle IgG specifiche su due campioni di siero, il primo prelevato entro 7-10 giorni dalla comparsa dell'esantema o subito dopo il contatto con un soggetto infetto, il secondo dopo 2 settimane. Normalmente le immunoglobuline specifiche persistono per circa 4 settimane.
- presenza di IgM specifiche associata a sintomi clinici compatibili e positività delle IgG specifiche a bassa avidità; a tal riguardo è opportuno precisare come la corretta interpretazione di una positività delle immunoglobuline specifiche in gravidanza è cruciale per cui la diagnosi di rosolia in gravidanza non deve mai basarsi unicamente su un referto di IgM positive (soprattutto se eseguite come esame di routine). Non sempre, infatti, la presenza di positività per le IgM indica una infezione primaria recente per cui è utile ricorrere al dosaggio di IgG avidity (bassa avidità) e anche di IgA specifiche: la positività di IgA e di IgG avidity bassa aiutano a porre diagnosi di prima infezione recente.
- isolamento del virus da un campione biologico (tampone faringeo, saliva, urine, sangue); il periodo ottimale per la raccolta del campione è entro 4 giorni dalla comparsa dell'esantema (il virus può essere comunque isolato da 1 settimana prima a 2 settimane dopo la comparsa dell'esantema). Il test per la ricerca di RNA virale è effettuato mediante metodica RT-PCR (Reverse Transcriptase-Polymerase Chain Reaction).
Accedendo al software diagnosi di questo sito (Diagnosi on-line) è possibile, selezionando l'opzione "Parti da .....................", cliccando poi su "Seleziona", accedere al pannello Malattie infettive dove è possibile, immettendo i rilievi di laboratorio del caso che si sta studiando, avere un orientamento sulla diagnosi sierologica di infezione da Rosolia (cioè se si tratti di prima infezione, reinfezione, infezione pregressa, suscettibilità all'infezione,..........), ed al pannello Embriofetopatie da Agenti Infettivi.
Management
In caso di test positivo per prima infezione recente o sieroconversione l'atteggiamento è diverso a seconda dell'epoca gestazionale:
- entro le prime 12 settimane: informare la coppia sui possibili danni fetali e consigliare la villocentesi per ricerca virus mediante PCR, se PCR positiva>>>>IVG.
- tra le 13 e le 23 settimane: amniocentesi per ricerca virus>> se positiva>>>IVG.
- se villocentesi o amniocentesi non dirimono i dubbi si ricorre alla cordocentesi: se la PCR risulta positiva >>>IVG; Eco morfologica+Ecocardiografia: se danni fetali>>>IVG.
- dopo 23 settimane: controlli ecografici seriati; per la scarsa incidenza di danni fetali può non essere opportuno ricorrere alla diagnosi prenatale invasiva.
La prevenzione dell'infezione rubeolica è effettuata con la vaccinazione delle bambine e delle donne fertili non immuni selezionate in fase preconcezionale mediante test sierologici specifici.
La vaccinazione è sconsigliata in gravidanza in quanto il vaccino è costituito da virus vivi attenuati.
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