Difetti
della Parete Addominale Ventrale Onfalocele -
Gastroschisi
redatto da Dr. P.Parisella
I
difetti della parete addominale ventrale comprendono diverse anomalie ma le più
comuni sono l'onfalocele e la gastroschisi, entrambe con una prevalenza di
circa 3 su 10.000 nati (Prefumo F,
2014).
Le
altre anomalie, meno comuni, sono: Estrofia della cloaca e
della vescica; Complesso OEIS (onfalocele, estrofia della cloaca, ano
imperforato, anomalie della colonna vertebrale); Pentalogia di Cantrell;
Complesso arti-parete corporea/Sindrome da banda amniotica; Cisti delluraco.
La
diagnosi dei difetti della parete addominale può essere fatta con un esame
ecografico eseguito tra la 11a e la 14a settimana di gestazione; in questo
lasso di tempo alcuni studi riportano un tasso di rilevamento di queste
anomalie di circa il 100% (El
Mhabrech H,2017 ).
Di fronte ad un difetto della parete addominale la valutazione dell'inserzione del
cordone ombelicale in addome fetale, con l'aiuto del color-Doppler, è utile per
distinguere l'onfalocele dalla gastroschisi e viceversa. A volte in epoche gestazionali precoci tale diagnosi può risultare difficoltosa per cui si può rinviare ad un successivo esame ecografico da effettuare dopo la 12a-14a settimana di gestazione. Bisogna infatti tener presente che fino alla 12a settimana
vi è una normale erniazione di anse intestinali (onfalocele fisiologico) e solo
dopo tale epoca la parete addominale ventrale si chiude normalmente.
ONFALOCELE
E'
un difetto di chiusura della parete addominale in cui erniano l'intestino e/o
il fegato contenuti in una sacca composta da peritoneo parietale e amnios. Il
cordone ombelicale si inserisce all'apice della sacca. L'onfalocele viene
classificato in due distinte varietà anatomiche che hanno una differente
embriogenesi e prognosi anche in rapporto all'epoca gestazionale di
osservazione: onfalocele con fegato erniato ed onfalocele con solo intestino
erniato. Nei casi di presenza del fegato nella sacca non è possibile la
risoluzione. Se nella sacca è presente solo intestino è possibile la
risoluzione nel primo trimestre e non nel secondo.
Diagnosi Ecografica
La
diagnosi ecografica si basa sulla presenza, dopo la 12a settimana, di una
formazione grossolanamente rotondeggiante, rivestita da membrana, in diretta
continuità con la parete addominale; tipicamente il cordone ombelicale si
inserisce sulla parete dell'onfalocele. A
volte, nella sacca, è presente ascite; in circa 1/3 dei casi è presente
polidramnios. Prima della 12a settimana di gestazione un onfalocele può essere
diagnosticato con certezza solo se contiene il fegato: in questo caso l'aspetto
dell'onfalocele è tipicamente ecogeno. Se ad erniare è invece l'intestino
potrebbe trattarsi di una erniazione fisiologica e bisogna quindi attendere il
limite delle 12 settimane compiute per essere certi della diagnosi.
Le
anomalie associate possono interessare il cuore, l'apparato urinario e
l'apparato gastrointestinale.
Il
rischio di aneuploidia è elevato e comprende principalmente trisomia 18 e
trisomia 13 che nel complesso rappresentano l'86% delle aneuploidie rilevate in
caso di onfalocele; meno frequenti sono i casi di associazione con trisomia 21,
triploidie ed anomalie dei cromosomi sessuali. Sono state segnalate in
letteratura anche microdelezioni e microduplicazioni (Radhakrishna U,2012 - Chen
CP,2013).
I
vari quadri sindromici che possono associarsi all'onfalocele sono appresso
elencati in ordine alfabetico e tratti dal software diagnosi di questo sito: Complesso OEIS OMIM 258040; Pentalogia
di Cantrell; Sindrome acrocallosa OMIM 200990; Sindrome CHARGE OMIM 214800; Sindrome
da Banda Amniotica (Briglia Amniotica) OMIM 217100; Sindrome di Beckwith -
Wiedeman o Gigantismo - Macroglossia - Onfalocele OMIM 130650; Sindrome di
Carpenter OMIM 201000; Sindrome di Czeizel OMIM 258320; Sindrome di Donai
Barrow; Sindrome di Edwards o Trisomia 18; Sindrome di Fryns OMIM 229850; Sindrome
di Gershoni Baruch; Sindrome di Meckel-Gruber tipo I (OMIM 249000), tipo II
(OMIM 603194), Tipo III (OMIM 607361); Sindrome di Melnick Needles OMIM 309350;
Sindrome di Miller-Dieker OMIM 247200; Sindrome di Pallister-Killian OMIM
601803; Sindrome di Patau o Trisomia 13; Sindrome di Prune Belly; Sindrome di
Shprintzen-Goldberg OMIM 182210; Sindrome Idroletale OMIM 236680; Sindrome MOTA
OMIM 248450; Triploidia Tipo I; Triploidia Tipo II.
La
diagnosi differenziale include gli altri tipi di difetti della parete
addominale (Nadel A.,2017 - Paladini
D.,2010) ma deve essere posta principalmente con
la gastroschisi: in questi casi il difetto è paraombelicale, in genere a
destra, ed i visceri erniati non sono rivestiti da membrana; il cordone
ombelicale presenta una normale inserzione in addome fetale.
L'estrofia
della cloaca e della vescica sono difetti della parete addominale inferiore: la
presenza di una vescica normale esclude questo tipo di anomalia.
La
Pentalogia di Cantrell è un difetto della parete addominale superiore
in cui sono presenti: ernia diaframmatica, schisi dello sterno, anomalie del
pericardio, ectopia cordis.
Nel
Complesso OEIS sono presenti: onfalocele, estrofia della cloaca, ano
imperforato, difetti spinali; il coinvolgimento della colonna vertebrale lo
differenzia dall'estrofia della cloaca.
Il
Complesso arti-parete corporea/Sindrome da banda amniotica è caratterizzato da
gravi anomalie della colonna vertebrale, dell'addome e delle gambe.
La
Cisti dell'uraco, anche se non si tratta di un difetto della parete addominale,
può avere un aspetto ecografico simile: essa contiene urina e potrebbe
comunicare con la vescica.
Prognosi
Nonostante
i progressi compiuti in questo campo la prognosi dell'onfalocele rimane riservata;
nei feti con fegato erniato la prognosi è peggiore rispetto ai feti con
onfalocele isolato (contenente solo intestino) di piccole dimensioni. Gli esiti
sfavorevoli sono correlati alla alta incidenza di anomalie associate, specie le
aneuploidie.
Management
I
casi con fegato erniato e i casi con esclusivo contenuto intestinale rilevati
nel secondo trimestre hanno un esito prevalentemente sfavorevole. Un adeguato
consueling deve essere proposto alle pazienti con feti affetti da onfalocele
isolato, con esclusivo contenuto intestinale, rilevati nel primo trimestre. Se l'onfalocele
persiste oltre il primo trimestre bisogna proporre l'effettuazione di un'amniocentesi
con tecnica CGH-Array ed una consulenza genetica. Se la gestante rifiuta i test
diagnostici invasivi si può proporre il
ricorso allo screening con DNA (NIPT). A
causa dell'alto rischio di anomalie associate è utile un controllo ecografico a
16 settimane e poi a 19-21 settimane comprendente anche una ecocardiografia
fetale. In casi insoliti o di particolare difficoltà si può proporre il ricorso
ad una Risonanza Magnetica anche se il ruolo della RM nella valutazione di
questi feti non è ancora ben consolidato (Daltro P, 2005).
Una volta conclusa la ricerca di anomalie associate si può, già dopo la 20a settimana
di gestazione, consigliare una consulenza chirurgica pediatrica.
GASTROSCHISI
La gastroschisi è una malformazione congenita caratterizzata da erniazione dei visceri attraverso un difetto della parete addominale presente sul lato destro non ricoperto da membrana, adiacente a un cordone ombelicale intatto (Castilla EE, 2008).
La prevalenza della gastroschisi è
inversamente correlata all'età della madre risultando 60 volte più comune in
donne con meno di 20 anni rispetto alle
donne con più di 35 anni. In letteratura è suggerita una causa ambientale
piuttosto che genetica di questa patologia (nulliparità, fumo, alcool, droghe,
basso BMI).
La patogenesi sarebbe da ricondurre a
più meccanismi: 1) distruzione dell'arteria
vitellina destra con danno della parete addominale (Nadel A., 2017);
2) anomala regressione della vena ombelicale destra che porta ad un indebolimento
della parete addominale (Paladini
D.,2010-
Nadel A., 2017) ; 3) mancata formazione del mesoderma
nella parete addominale (Nadel A.,
2017) ; 4) rottura dell'amnios
attorno all'anello ombelicale (Nadel
A., 2017) ; 5) anomalo ripiegamento dei foglietti con
conseguente difetto della parete addominale (Rasmussen S,2008); 6)
mancata integrazione delle strutture del sacco vitellino nel funicolo
ombelicale (Stevenson RE,2009)
E stata recentemente descritta in
letteratura l'associazione con la persistenza della vena ombelicale di destra (Schierz IAM,2018).
Il difetto coinvolge tutti gli strati
della parete addominale ed erniano principalmente le anse intestinali;
raramente si è osservata l'erniazione dello stomaco o di strutture del sistema
urinario. Il visceri erniati fluttuano liberamente nel liquido amniotico poiché
non vi è nessuna membrana che li avvolge. Il continuo contatto delle anse
intestinali erniate con il liquido amniotico le espone a complicanze di tipo
infiammatorio e ad un ispessimento delle pareti; inoltre può associarsi anche la
dilatazione delle anse intestinali, per complicanze di tipo ostruttivo, con
conseguente polidramnios; altra complicanza, dopo la dilatazione delle anse da
ostruzione, è la sofferenza della parete intestinale con conseguente regressione
della dilatazione e l'instaurarsi di fenomeni di tipo ischemico/necrotico.
In rapporto alle complicanze ed alla
prognosi la gastroschisi viene distinta in 2 forme: gastroschisi semplice,
gastroschisi complessa.
Diagnosi ecografica
La diagnosi ecografica si basa su due
aspetti caratteristici: la visualizzazione di anse intestinali liberamente
fluttuanti nel liquido amniotico e la localizzazione del difetto a destra della
normale inserzione del cordone ombelicale. Il difetto è in genere di piccole
dimensioni (inferiore a 2 cm.) comparato al volume di intestino erniato.
Le anomalie associate sono essenzialmente
quelle intestinali e la loro presenza definisce la gastroschisi come complessa.
Il rischio di aneuploidie, a differenza
dell'onfalocele, è molto basso; così anche il rischio sindromico (Paladini D.,2010 ).
Nel 30-60% dei casi dei feti affetti da
gastroschisi è stato descritto un ritardo di crescita intrauterino; la causa
può essere la perdita di proteine e nutrienti attraverso le anse esposte (Netta D.A.,2007).
In uno studio è stato dimostrato che la restrizione della crescita fetale nel
II e III trimestre dei feti con gastroschisi
non si accompagna ad alterazioni della velocimetria Doppler in arterie
ombelicali; i risultati ottenuti provano che si tratta di feti
costituzionalmente più piccoli per cui la restrizione della crescita non è
dovuta ad insufficienza placentare (Barbieri
MM,2017). Nello studio dei feti IUGR affetti da
gastroschisi si era proposto l'utilizzo di curve di crescita dedicate che non
prevedessero la misurazione della circonferenza addominale nella stima del peso
fetale in quanto tale misurazione tendeva a sottostimarlo (Adams SR,2012 ).
In realtà uno studio più recente (Zaki
MN, 2018) ha dimostrato che
le formule Hadlock 1 e 2, nonostante l'inclusione della misura della
circonferenza addominale nel calcolo del peso, forniscono la migliore stima del
peso fetale e quindi una corretta diagnosi di IUGR in feti con gastroschisi.
Vari lavori si sono concentrati sullo studio
di marcatori in grado di predire le complicanze e quindi morbilità e mortalità
nei feti affetti da gastroschisi. In uno studio del 2015 (D'Antonio
F,2015) viene riportata l'associazione tra markers ecografici ed esiti postnatali:
dilatazione dell'intestino intraaddominale ed atresia intestinale, polidramnios
ed atresia intestinale, dilatazione gastrica e morte neonatale. Un altro studio
pone l'accento sulla dilatazione dell'intestino e sullo spessore della parete
quali predittori prenatali delle complicanze della gastroschisi (Bauseler A, 2016).
In altri studi la misurazione della dilatazione dell'intestino intraaddominale
sembra il miglior marcatore per la stima degli esiti avversi in feti con
gastroschisi complessa (Geslin D, 2017
- Martillotti G, 2016).
Altri studi riportano il basso peso alla nascita (< 2000 gr.) come marcatore
di complicanze gastrointestinali (Ducellier
G,2016). Un altro studio
pone l'accento sulla dilatazione dell'intestino extraaddominale, dilatazione
dell'intestino intraaddominale e polidramnios quali markers predittivi di
gastroschisi complessa (Andrade
WS,2018). In un altro studio
l'edema mesenterico veniva indicato come l'unico indicatore ecografico per
esiti sfavorevoli (Dore Reyes M,2017).
C'è sicuramente bisogno di ulteriori
studi per avere dati più affidabili.
Alcuni studi riportano il dosaggio dell'alfafetpproteina
per la diagnosi di gastroschisi ed onfalocele (Chen Y, 2017).
Management e complicanze
Il rischio di cromosomopatie nei feti
con gastroschisi isolata non è aumentato rispetto alla popolazione generale e lo
studio del cariotipo è consigliato in caso di presenza di anomalie strutturali
non gastrointestinali. E' consigliata l'Ecocardiografia fetale per l'associazione
con cardiopatie. Non c'è rischio per future gravidanze in quanto il rischio di
ricorrenza è basso.
Lo scopo della sorveglianza prenatale è
monitorare lo sviluppo di fattori di rischio fetali, come la dilatazione
intestinale, il ritardo di crescita intrauterino, le alterazioni del liquido
amniotico. La dilatazione delle anse intestinali intraaddominali è associata ad
una maggiore incidenza di complicanze postnatali, ma solo quando la dilatazione
coinvolge anse multiple (Huh NG, 2010). Complicanze postnatali possono essere
atresia intestinale, volvolo, perforazione, necrosi.
In caso di gastroschisi isolata sono utili
controlli ecografici ogni 4 settimane per la valutazione della crescita fetale
ed il controllo del liquido amniotico; dopo la 32a settimana controllo
bisettimanale del liquido amniotico (AFI) e profilo biofisico o NST.
In caso di gastroschisi associata a IUGR
e/o oligoidramnios sono utili controlli ecografici ogni 2 settimane per la
valutazione della crescita fetale e controllo del liquido amniotico; dopo la 28a
settimana flussimetria ogni settimana, controllo bisettimanale del liquido
amniotico (AFI), profilo biofisico o NST.
Il Timing del parto deve essere organizzato presso un centro di
III livello>>VALUTARE: età gestazionale, maturità polmonare, dati
ecografici (IUGR, AFI, dilatazione intestinale intraaddominale), benessere
fetale (NST, Profilo Biofisico, flussimetria Doppler).
Per quanto riguarda la modalità del
parto il Taglio Cesareo Elettivo a 37 settimane di epoca gestazionale riduce il
rischio di danno a carico delle anse intestinali extraaddominali e dei vasi
mesenterici e permette una preparazione adeguata per l'intervento postnatale da
parte dei Chirurghi Pediatri (O'Connell
RV,2016).
In alcuni casi è necessario un taglio
cesareo urgente (El Mhabrech H,2017), ad esempio per CTG non rassicurante
dovuto nella maggior parte dei casi a compressione del cordone ombelicale per
oligoidramnios o per schiacciamento da parte delle anse erniate.
Bibliografia
Onfalocele
Gastroschisi