Cordone Ombelicale

Cordone Ombelicale 

Dr. Pasquale Parisella

revisione settembre 2023
 

Il cordone ombelicale, normalmente costituito da due arterie e una vena, ha un aspetto a spirale legato alla rotazione attorno al proprio asse in seguito ai movimenti fetali; questo particolare aspetto a spirale è importante sia per favorirne la resistenza che la progressione del sangue attraverso i vasi. Il numero di spire complete per centimetro viene definito Indice di Spiralizzazione - UCI Umbilical Coiling Index – (Strong TH et al., 1994) il cui valore, ricavato dalla misurazione delle spire per centimetro dopo il parto, è pari a 0,2 in contrasto col valore determinato ecograficamente nel corso della gravidanza (aUCI) che è pari a 0,4 (Sebire NJ, 2007). La differenza tra i valori di aUCI rilevato in corso di gravidanza e l'UCI alla nascita potrebbe essere spiegata da un errore ecografico nel campionamento di diversi segmenti del cordone ombelicale in epoca prenatale o dalla possibilità di un UCI in evoluzione dinamica con l'avanzare dell'età gestazionale (Mladen P. et al., 2005). Il diametro medio a termine è di circa 1,2-1,7 cm. e la lunghezza  è compresa tra 35 e 70 cm.  I vasi del cordone sono compresi in un tessuto di consistenza gelatinosa denominato Gelatina di Warthon. Sia la spiralizzazione che la gelatina di Warthon rendono il cordone una struttura turgida resistente ai movimenti di torsione, trazione e compressione. L’inserzione del cordone sulla placenta viene distinto in centrale, paracentrale, marginale e velamentosa.

Le anomalie del cordone possono riguardare: inserzione, dimensioni, gelatina di Warthon, spiralizzazione, vasi, decorso (nodi e giri), residui e cisti. 

Inserzione del cordone. Inserzione Velamentosa: i vasi non si inseriscono nel disco placentare ma decorrono nelle membrane amnio-coriali. In questa situazione i vasi funicolari attraversano una zona non protetti dalla gelatina di Warthon e sono suscettibili alla possibilità di compressione, trombosi o rottura con emorragia. E' il caso particolare dei vasa previa una situazione in cui i vasi velamentosi si trovano al di sopra dell’orifizio uterino interno esposti al rischio di rottura al momento del parto. Fattori di rischio sono: gravidanze multiple, fecondazione in vitro (1 su 300) e placenta ad impianto basso nel secondo trimestre di gravidanza. L'inserzione velamentosa può essere associata a malformazioni fetali, ad arteria ombelicale unica, a gravidanza gemellare monocoriale. Inserzione marginale: in questo caso l'inserzione del cordone è localizzata entro 2 o 3 cm dal bordo placentare (Ismail, K. et al., 2017; Sun, J. et al., 2016). Sebbene molti autori ritengano che non vi sia alcun aumento del rischio sono state descritte complicazioni come restrizione della crescita intrauterina, preeclampsia, travaglio pretermine e progressione verso l'inserzione velamentosa del cordone (Ismail K. et al., 2017). Riportata in letteratura che una percentuale del 9,5% dei casi di vasa praevia all’eco del secondo trimestre presentava un'inserzione marginale del cordone ombelicale durante lo screening del primo trimestre (Zhang, W. et al., 2020). Le altre condizioni (centrale, paracentrale) non determinano problemi.

 Dimensioni: Il cordone ombelicale è lungo in media circa 50 cm. (il valore considerato normale è compreso tra 35 e 70 cm.).  Si presume che la forza di trazione prodotta dal feto nel primo trimestre sia lo stimolo principale per la sua crescita e smette di crescere entro la fine del secondo trimestre (Hill LM. et al., 1994). Stabilire ecograficamente la lunghezza del cordone è spesso impossibile e non rientra nel contesto della valutazione ecografica prenatale. La valutazione del diametro del cordone (Il diametro medio a termine è di circa 1,2-1,7 cm.) può essere predittiva di esiti avversi fetali ma l’utilità dell’utilizzo di tale metodica non è ancora stata chiarita. Un cordone ombelicale corto può associarsi a ritardo di crescita fetale, malformazioni congenite, sofferenza fetale durante il parto e rischio di morte endouterina fetale due volte maggiore. Un cordone eccessivamente lungo si associa ad aggrovigliamento o prolasso del cordone, anomalie fetali, acidosi e morte del feto. Un cordone sottile (circonferenza del cordone ombelicale inferiore a 1 cm.) può essere causato da una carenza di gelatina di Wharton, da un numero inappropriato di vasi o da una sproporzione tra le dimensioni dei vasi ombelicali e può associarsi a restrizione della crescita fetale mentre un aumento del diametro del cordone può associarsi a macrosomia fetale (Arkadiusz K. et al., 2019).

Gelatina di Warthon: La gelatina di Wharton è una sostanza gelatinosa che si trova nel cordone ombelicale e che serve a proteggere e a isolare i vasi ombelicali. È costituita da una componente amorfa di mucopolisaccaridi (acido ialuronico e condroitinsolfato) e di scarse fibre collagene. Quando la quantità di gelatina diminuisce, come succede in caso di funicolo sottile o ipoplasico (diametro funicolo < 4 mm.), si ha ritardo di crescita intrauterina (IUGR) e placenta ipotrofica. In caso di arteria ombelicale singola la riduzione della quantità di gelatina di Warthon si associa anche ad una una ridotta spiralizzazione del cordone ombelicale; anche in questo caso la funzione protettiva diminuisce e il feto è esposto ad un maggior rischio di morte intrauterina.

Spiralizzazione: la spiralizzazione è legata alla rotazione sul proprio asse in seguito ai movimenti fetali. Vari studi concordano che un UCI anomalo sotto forma di ipo o iperspiralizzazione è associato a diversi esiti prenatali e neonatali avversi (Ankita Mittal et al., 2015). L’ipospiralizzazione può essere associata ad una maggiore incidenza di morte fetale, decelerazioni della frequenza cardiaca fetale intrapartum, parto operatorio per sofferenza fetale, anomalie anatomo-cariotipiche e corio-amnionite. L'iperspiralizzazione del cordone può essere associata ad una maggiore incidenza di restrizione della crescita fetale, decelerazioni della frequenza cardiaca fetale intrapartum, trombosi vascolare e stenosi del cordone (Monique WM de Laat et al., 2005). Da precisare che allo stato non vi sono indicazioni specifiche nell’utilizzo dell’UCI nello studio ecografico del cordone ombelicale nel periodo prenatale (Josephine MN et al., 2017).

Anomalie vascolari: arteria ombelicale unica e persistenza della vena ombelicale destra sono trattati a parte nei rispettivi capitoli sul sito. Per quanto riguarda le varici della vena ombelicale bisogna tener presente che il diametro della vena varia da 3 mm. alla 15a settimana a 8 mm. al termine. Si pone diagnosi di varice quando il diametro è superiore a 9 mm.  o se la porzione extraepatica della vena ombelicale è più grande di almeno il 50% rispetto alla porzione intraepatica. Allo stato tale condizione appare isolata nell’80% dei casi e nella maggioranza dei casi gli esiti sono favorevoli. Una dilatazione della vena ombelicale si può osservare in tutte quelle condizioni in cui si ha un sovraccarico di volume quali insufficienza cardiaca, alloimmunizzazione, trasfusione feto-fetale,……

Nodi, giro di cordone attorno al collo, aggrovigliamento del cordone: I nodi del cordone ombelicale possono essere classificati in due tipi: i nodi veri e i nodi falsi. I nodi veri sono determinati dal passaggio del feto entro un'ansa del cordone stesso, generalmente a causa di una eccessiva lunghezza del cordone ( normalmente il cordone ombelicale ha una lunghezza a termine di circa 50 cm.); hanno una prevalenza di 1:100 gravidanze e un fattore predisponente è il polidramnios.  Normalmente la normale quantità di gelatina di Warthon e la pressione idrostatica dei vasi ombelicali impediscono che il nodo si serri completamente, ma quando la gelatina di Warthon diminuisce o si ha una riduzione della pressione artero-venosa del circolo fetale questi tipi di nodi possono restringersi determinando lo strozzamento dei vasi ombelicali e la conseguente asfissia del feto. Il vero nodo del cordone ombelicale spesso non viene scoperto nel periodo prenatale perché non è associato a un segno clinico o ecografico intrauterino caratteristico. E’ stata descritta la possibilità di fare diagnosi col cosiddetto “segno del cappio sospeso”: una sezione trasversale del cordone ombelicale circondata da una immagine ad anello di cordone ombelicale (Lopez R. et al., 2004). Vari autori comunque riportano che i rari casi  di diagnosi prenatale ecografica di nodo vero segnalati in letteratura non hanno nessun valore predittivo. I nodi falsi invece sono determinati da anse formate dai vasi ombelicali all'interno del cordone stesso; queste anse dei vasi ombelicali sono tenute "fisse" in tale posizione viziata da addensamenti di gelatina di Wharton attorno ad esse. In pratica la gelatina di Wharton, che normalmente protegge i vasi ombelicali, in questo caso, addensandosi attorno ad essi, ne provoca la fissità del loro decorso anomalo. Al color doppler è possibile osservare i normali flussi attraverso i vasi ombelicali compresi nel nodo. I nodi falsi in genere non rappresentano alcun pericolo per il feto. Il riscontro di nodi del cordone è il  più delle volte un reperto inatteso al momento del parto e l’incidenza è intorno all’1%. I fattori associati sono la maggiore lunghezza del cordone e la multiparità. Il nodo falso (ridondanza locale dei vasi del cordone) non riveste alcun significato clinico.

I giri di cordone intorno al collo sono molto frequenti, con una incidenza di circa il 15-30% di tutte le gravidanze e non rivestono alcun fattore di esito avverso; i giri multipli hanno una incidenza del 2-3,8%. L'influenza sull'outcone feto-neonatale dei giri di cordone è praticamente nulla per i giri singoli, mentre quelli multipli possono peggiorarlo. Il rischio aumenta in presenza di oligoidramnios, di riduzione dei movimenti attivi fetali, di alterazione del tracciato cardiotocografico. E' molto dibattuta la comunicazione di tale condizione alla paziente; ciò può avere delle ricadute psicologiche negative, generando ansie e tensione che a loro volta possono condizionare negativamente la condotta di chi dovrà assistere il travaglio e il parto ( tratto da www.sieog.it).

L'aggrovigliamento del cordone ombelicale è una condizione esclusivamente delle gravidanze gemellari monoamniotiche e si verifica perché entrambi i cordoni ombelicali si inseriscono uno vicino all'altro nella singola placenta (Moshiri M. et al., 2014). I cordoni aggrovigliati possono causare danni vascolari a uno o entrambi i feti e portare alla morte del feto.

Residui e cisti: residui del dotto vitellino, dotto allantoideo e dei vasi embrionali sono reperti anatomo-patologici non diagnosticabili in ecografia prenatale. Le cisti del cordone ombelicale possono essere classificate come cisti vere e pseudocisti. Le cisti vere sono presenti nel 3,4% delle gravidanze del primo trimestre e il 20% di queste persistono nel secondo trimestre. Di solito si trovano vicino all'inserzione fetale del cordone e variano tra 4 e 6 mm di diametro. Sono associate ad un aumento del 20% di aneuploidie e anomalie strutturali (Zangen R. et al., 2010). Le pseudocisti (cisti gelatinose di Wharton) sono più frequenti delle cisti vere, tendono a localizzarsi vicino all’inserzione del cordone ombelicale e contengono gelatina di Warthon liquefatta. All’ecografia appaiono come una massa cistica ipoecogena localizzata al versante fetale del cordone ombelicale senza flusso al color Doppler (Moshiri M. et al., 2014). Queste cisti possono essere associate a trisomie e ad altre anomalie congenite, tra cui esonfalo, difetti vertebrali, ano imperforato e fistola tracheoesofagea. Se isolate non hanno un significato avverso ma se associate ad altre anomalie congenite  è indicato lo studio del cariotipo (Zangen R. et al., 2010).

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